Già nel lontano 1990 era stato pubblicato uno studio sugli effetti dello zenzero nei confronti del mal di testa e, in particolare, gli autori avevano sottolineato come ci fossero già allora evidenze riguardo all'uso di questa spezia nel trattamento di vari stati patologici come nausea, vomito, mal di testa ed epilessia. Era stato allora evidenziato come negli stati iniziali dell'emicrania con aura, 500 mg di zenzero diluiti in un bicchiere d'acqua riuscivano a migliorare i sintomi nei 30 minuti successivi senza causare effetti collaterali, come comunque succede con molti farmaci nello stesso ambito patologico; secondo le previsioni relative al mercato dei farmaci contro il mal di testa, analizzate in uno studio del 2009, nel 2023 il tutto crescerà sino a cifre esorbitanti, si parla addirittura di 3,7 bilioni di dollari.
Ad evidenziare ancor di più tale contraddizione ci ha pensato uno studio dello scorso anno che ha paragonato l'effetto dello zenzero a quello di un triptano, in particolare al Sumatriptan, un farmaco antidolorifico noto in tutto il mondo nel trattamento del comune mal di testa. In particolare sono stati utilizzati 250 mg di zenzero da una parte e 50 mg di sumatriptan ed entrambi i trattamenti hanno funzionato nel ridurre i sintomi del mal di testa, ma mentre nel trattamento farmacologico, nettamente più costoso rispetto all'uso dello zenzero, si sono registrati effetti collaterali come sonnolenza, vertigini e reflusso gastrico, in quello con lo zenzero gli effetti collaterali sono stati minimi e non significativi (lieve dispepsia).
C'è comunque da sottolineare che in letteratura sono stati riportati effetti collaterali dello zenzero in quantità superiore ai 6 g con conseguente esfoliazione delle cellule epiteliali gastriche e grave dispepsia.
Nonostante ciò l'effetto positivo dello zenzero è stato riscontrato a concentrazioni molto minori a questa limite e, inoltre, il suo costo è circa 1000 volte inferiore a quello di questo farmaco, che in letteratura riporta invece numerosi casi di effetti collaterali cardiaci, come aritmia e addirittura infarto.
Dunque si tratta di risultati importanti che sottolineano un altro fenomenale aspetto che si cela dietro questa radice orientale dalle innumerevoli proprietà benefiche che agisce da vero e proprio farmaco nei confronti di spiacevoli condizioni patologiche come il comune mal di testa.
FONTI:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2214812
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19457284
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23657930
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