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Dott. Daniele Basta

Soia contro le vampate di calore in menopausa


La menopausa rappresenta il periodo che inizia 12 mesi dopo l’ultima mestruazione e definisce la fine dei cicli mestruali. È preceduto da un periodo di premenopausa, dove il ciclo si mantiene più o meno regolare, e da un periodo di perimenopausa che va dai 3 ai 12 mesi con mestruazioni irregolari. L’età in cui le donne entrano in menopausa è mediamente intorno ai 51 anni e tra i sintomi tipici delle fasi iniziali ricorrono disturbi del sonno, vampate di calore (i tipici hot flashes), infezioni del tratto urogenitale, disturbi dell’umore. Nel contempo, come dimostrano gli studi, insorgono spesso problematiche metaboliche, aumento di peso, insulino-resistenza, alterazioni del metabolismo glucidico e lipidico, con conseguente maggior rischio cardiovascolare e di diabete di tipo 2.


Nel periodo della menopausa i livelli di estrogeni delle donne si riducono fino al 95%. Da una parte tutto questo rappresenta un sospiro di sollevo per l’endometrio uterino e sulla ghiandola mammaria, sui quali l’effetto estrogenico costante può aumentare nel corso degli anni il rischio di tumore. Evidenze dimostrano come elevati livelli di estrogeni nelle donne in menopausa siano associati ad un maggior rischio di carcinoma mammario. Tuttavia la produzione di estrogeni può comunque permanere anche una volta sopraggiunta la menopausa, in quanto questi ormoni possono essere prodotti a partire da altri organi e tessuti, proprio come l’adipe e questo spiegherebbe anche come le donne in sovrappeso o obese in menopausa tendano ad avere un rischio maggiore di carcinoma mammario, proprio per livelli elevati di estrogeni in circolo.


Nonostante ciò, a causa del tipico calo estrogenico, otto donne su dieci soffrono delle note “vampate” di calore, uno dei sintomi tipici della menopausa. È stato visto come trattamenti estrogenici riducano questi sintomi tipici, ma non senza effetti collaterali come tumore uterino, trombi ematici, ischemia, declino cognitivo.


Studi epidemiologici evidenziano come in Giappone le donne in menopausa siano meno soggette ai sintomi tipici della menopausa (circa il 15%) rispetto a quelle in Europa e negli Stati Uniti (circa l’80-85%). Potrebbe influire in tutto ciò il consumo di soia?


La soia è un legume caratterizzato dalla presenza di isoflavoni, ovvero fitoestrogeni, composti in grado di mimare l’effetto estrogenico una volta entrati in circolo.

In un lavoro del 2001 pubblicato sulla rivista American Journal of Epidemiology, condotto su migliaia di donne giapponesi nel tempo, è stato visto come il consumo di soia, circa 120 g di tofu al giorno, fosse associato a meno vampate. Risultati che tuttavia non evidenziano il beneficio della soia o del regime alimentare in toto, infatti un lavoro cinese del 2014 ha evidenziato come in generale un regime alimentare interamente vegetale fosse associato ad una riduzione generale dei sintomi da menopausa.


Oltre 50 studi clinici hanno valutato di soia e di integratori a base di isoflavoni della soia sulla riduzione delle vampate di calore nelle donne in menopausa e mediamente i gruppi della soia hanno raggiunto un calo del 45% dei sintomi tipici.

È anche da registrare il fatto che il calo (circa del 20%) è stato registrato anche nei gruppi placebo; da una parte non è mai da sottovalutare l’effetto placebo negli studi, dall’altra è anche vero che i sintomi tipici tendono ad alleviarsi nel tempo in tutte le donne in menopausa.


In un lavoro del 2010 pubblicato sulla rivista Maturitas è stato evidenziato l’effetto di integratori a base di isoflavoni della soia rispetto a terapia ormonale e placebo su 60 donne in menopausa nei confronti dei sintomi tipici come le vampate di calore. In generale sia la supplementazione di soia che la terapia ormonale a base di estrogeni risultavano dare effetti simili sulla riduzione dei sintomi rispetto al placebo.


In un altro lavoro simile, invece, la terapia estrogenica ha avuto maggiore successo, nonostante la genisteina, l’isoflavone tipico della soia, abbia registrato comunque effetti positivi. Tuttavia l’aspetto da sottolineare è che la soia non presenta effetti collaterali, come il tumore all'endometrio e carcinoma mammario, al contrario della terapia ormonale.


In conclusione , alla base di tali evidenze, il consiglio è quello di incrementare il consumo di alimenti naturali a base di soia in modo da ridurre i sintomi e ricorrere comunque all’integrazione unicamente dopo aver ascoltato il parere di uno specialista.


 

Fonti:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20833488/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15243277/


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