Cambiare abitudini alimentari significa anche adattare il palato ad un’alimentazione più sana. I cibi processati di oggi caratterizzati da quantità elevate di zuccheri aggiunti, grassi e sodio, per la loro caratteristica iperpalatabilità sembrano irresistibili al palato e sono in grado di veicolare regolarmente la sensazione di piacere al nostro cervello. Tutto ciò è cosi evidente da innescare una sorta di dipendenza in molte persone, diventa difficile staccarsi o ridurre il consumo di prodotti del genere. (Per saperne di più clicca qui) .
Il problema è che l’uomo, in ottica evoluzionistica, è attratto da cibi ad elevata densità calorica, caratterizzati da tre elementi fondamentali grassi, zuccheri e sale, che nella preistoria era necessario procurarsi per non morire affamati.
Da qui, nell’evoluzione e nella storia dell’uomo si è sviluppata una sorta di attrazione per i cibi ad elevata densità calorica, che oggi, al contrario della preistoria e dei tempi di carestia, purtroppo caratterizzano la società obesogenica moderna e il cui consumo eccessivo è alla base degli elevati tassi di sovrappeso, obesità e condizioni croniche annesse moderne.
Tuttavia, il cambio di abitudini alimentari è in grado di sensibilizzare il palato riadattandolo a dei gusti più semplici e più naturali.
Evidenze scientifiche dimostrano come riducendo il consumo di cibi processati e industrializzati i gusti e il palato iniziano a cambiare e tutto può accadere in poche settimane.
Prendiamo ad esempio il convenzionale sale da cucina. L’introduzione eccessiva di sodio è associata ad ipertensione, maggiore rischio cardiovascolare, danni al sistema immunitario, ecc. e, nonostante i maggiori veicoli di sodio sono rappresentati da formaggi, salumi, merendine e altri cibi processati, ci sono persone che utilizzano ugualmente molto sale da tavola per condire le pietanze. Ma basta ridurre semplicemente il sodio da tavola per qualche settimana e si avvertirà molto meno l’esigenza di dover condire con tutto quel sale. A dimostrarlo è un lavoro del lontano ‘86 pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition, dove sono state registrate per 1 anno le preferenze da parte di 20 persone su pasti salati o meno dopo 3 mesi di un regime alimentare a basso tenore di sodio.
I risultati hanno evidenziato come dopo 3 mesi di regime a basso tenore di sodio le persone preferivano la zuppa meno salata rispetto a prima. I gusti erano fisicamente cambiati e a confermarlo è il fatto che lasciando quelle stesse persone libere di scegliere la quantità a piacere di sale da aggiungere, dopo aver provato un regime a basso tenore di sodio per 3 mesi, continuavano ad utilizzarne meno anche dopo 1 anno, circa la metà rispetto alla quantità iniziale.
Gli autori dello studio evidenziarono anche come il regime alimentare generale di quelle persone diventava più salutare man mano che la loro preferenza per il sale si riduceva.
Risultati simili sono stati evidenziati in un lavoro del 2003 riguardo questa volta alla preferenza nei confronti di cibi ad elevato contenuto di grassi. Riducendone drasticamente il consumo le persone tendevano a preferire i prodotti a più basso contenuto di grassi.
Stessa cosa accade in molte persone riguardo all’utilizzo dello zucchero con il caffè. Abituando il palato a consumare questa bevanda senza dolcificarla si ridurrà con il tempo la preferenza al sapore dolce del caffè con l’aggiunta di zucchero, implementando nel contempo la percezione dell’aroma caratteristico dei vari tipi di caffè, spesso offuscati dalla presenza dello zucchero.
Se da una parte è consigliabile abituare il palato a preferire cibi meno salati, grassi e zuccherati, dall’altra è consigliabile abituarlo a consumare più frutta, verdura e cereali integrali che, oggi, risultano molto meno attraenti della maggior parte dei prodotti confezionati presenti sul mercato.
Dunque, in conclusione, non preoccupatevi di rendere più sane le abitudini alimentari per una questione di gusto, il palato così come da natura dell’essere umano tenderà ad adattarsi migliorando le preferenze verso cibi più salutari.
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