Sovrappeso e obesità, in costante aumento nella società moderna, rientrano tra i maggiori fattori di rischio delle patologie croniche moderne come quelle cardiovascolari, diabete di tipo 2, tumori e patologie neurodegenerative. Quando si parla di aumento di peso sono tanti i fattori che possono influire e, tra quelli più comunemente chiamati in causa, rientrano il fattore genetico, presenza di potenziali intolleranze, metabolismo lento o l’introito energetico giornaliero.
PREDISPOSIZIONE GENETICA
Spesso molti, alla luce di un aumento di peso, magari avvenuto nel corso degli anni, tendono ad attribuire le colpe ad una specifica predisposizione genetica. La verità, invece, è che se da una parte può essere presente una componente genetica associata all’aumento di peso, dall’altra questa componente può influire meno del 3 %.
In un grande lavoro pubblicato nel 2015 su Nature, condotto su più di 320.000 soggetti, è stato evidenziato come siano 97 i geni in grado di influire circa il 2,7% sulle variazioni dell’Indice di Massa Corporea. Dalle analisi molecolari è emerso il ruolo del Sistema Nervoso nel sensibilizzare l’organismo all’obesità e come vengano coinvolti geni implicati nel signalling del glutammato, della secrezione e dell’azione dell’insulina, del metabolismo energetico, della sintesi lipidica.
Ma si tratta pur sempre del 2,7% di influenza sul peso corporeo.
Il genotipo maggiormente influente è quello FTO, ovvero di quello associato alla massa grassa e all’obesità. La variante di questo genotipo associata ad un aumento del peso è abbastanza diffusa nella popolazione occidentale (fino al 42%) e può influenzare per lo 0,3% l’Indice di Massa Corporea.
Ma niente paura per i portatori di questa variante.
In un lavoro di meta-analisi pubblicato nel 2016 sulla rivista British Medical Journal è emerso come basta una semplice restrizione calorica per far perdere peso anche a coloro che possiedono questa variante pro-obesità associata al genotipo FTO.
I geni possono minimamente influire, ma la verità è che sono influenzati da fattori ambientali come attività fisica e soprattutto alimentazione.
AUMENTO DI PESO E INTOLLERANZE ALIMENTARI, FALSO MITO
Molti attribuiscono uno spiacevole aumento di peso a causa di una potenziale intolleranza. Le intolleranze alimentari provocano sintomi spesso simili a quelli delle allergie, ma non sono dovute a una reazione del sistema immunitario, e variano in relazione alla quantità ingerita dell’alimento non tollerato. I sintomi associati alla presenza di potenziali intolleranze possono variare: sono sintomi localizzati all’apparato gastro-intestinale, come gonfiore addominale, diarrea, costipazione, dolori addominali ecc.. Sicuramente non è presente tra questi aumento di peso. L’argomento “intolleranze” richiederebbe molto più tempo per essere trattato, e sicuramente ci sarà spazio e tempo per farlo, ma di certo la presenza di una potenziale intolleranza non è correlabile ad un aumento di peso.
QUESTIONE DI METABOLISMO LENTO? NON CREDO PROPRIO
Tra i tanti fattori chiamati in causa nell’ambito di una mancata perdita di peso o di un aumento progressivo dello stesso sicuramente è presente il famosissimo metabolismo rallentato. l metabolismo di per sé rappresenta quel complesso di reazioni e di processi biochimici che avvengono nell’organismo al fine di estrarre e trasformare l’energia introdotta con gli alimenti per garantire la sopravvivenza e il corretto funzionamento dell’organismo stesso. Più che di metabolismo si dovrebbe parlare di bilancio energetico, ovvero quell’equilibrio tra energia introdotta ed energia spesa dall’organismo: se la quantità di energia introdotta con gli alimenti è maggiore rispetto al dispendio energetico si tenderà ad aumentare di peso e, viceversa, se il dispendio energetico è superiore rispetto alla quantità calorica introdotta si tenderà a dimagrire (nella maggior parte dei casi e in condizioni fisiologiche normali). Il metabolismo basale, invece, da tenere in considerazione del dispendio energetico, è quella quantità minima di energia in grado di soddisfare le funzioni vitali dell’organismo a riposo e dipende dal genere, dall’età, dalla composizione corporea e può variare da organismo a organismo. Rappresenta circa il 60% del dispendio energetico totale. Detto ciò, è evidente come parlare di metabolismo lento in relazione ad un aumento di peso è qualcosa di fuorviante e senza un reale senso scientifico.
Per saperne sul metabolismo di più clicca qui.
IL BILANCIO ENERGETICO E' LA CHIAVE DI TUTTO
Il bilancio energetico, come ho scritto, in precedenza, ha una rilevanza di gran lunga maggiore rispetto ai fattori citati in precedenza. Un elevato introito energetico nel tempo, significativamente superiore al dispendio energetico, si traduce inevitabilmente in uno spiacevole aumento di peso.
In un lavoro pubblicato sulla rivista Appetite del 2014 condotto 253 adolescenti è stato evidenziato come un introito energetico elevato per due anni ha caratterizzato un aumento di peso, ma, il dato più rilevante, è che i soggetti partecipanti allo studio hanno sottostimato del 35% l’introito calorico avvenuto in tutto questo tempo.
Dunque, in conclusione, si può affermare che in presenza di condizioni fisiologiche normali (e in assenza di condizioni patologiche particolari), nonostante la componente genetica possa minimamente influire, l’aumento di peso è dettato maggiormente da un bilancio energetico in positivo, nel quale vengono introdotte maggiori calorie rispetto a quelle che vengono spese.
Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25673413
https://www.bmj.com/content/354/bmj.i4707
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24930597
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28193517
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24930597