Sono sempre di più le persone in sovrappeso e obese nel mondo, soprattutto nelle realtà occidentali e nelle aree altamente globalizzate come la nostra. Secondo un recente lavoro pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine a risultare in queste condizioni sono più di 2 bilioni di persone, circa il 30% dell’intera popolazione mondiale. L’obesità e l’eccesso di peso rappresentano oggi una delle maggiori problematiche sanitarie moderne, in quanto sono strettamente associate all’insorgenza di patologie croniche come diabete di tipo 2, cardiopatie, tumori e patologie neurodegenerative che purtroppo se da una parte peggiorano le condizioni di salute dall’altra gravano pesantemente sul sistema sanitario globale.
In tutto ciò abitudini alimentari scorrette, i tassi elevatissimi di sedentarietà e stili di vita errati svolgono un ruolo decisamente negativo. In particolare, dal punto di vista alimentare, purtroppo si assiste ad un eccessivo consumo di cibi estremamente processati, poveri nutrizionalmente e ricchi di zuccheri, di grassi idrogenati e di sale, fattori che se assunti con regolarità e in quantità elevate non solo sono associati ad un inconsapevole aumento di peso, ma aumentano il rischio di patologie croniche.
Si tratta di alimenti raffinati, industrializzati e soprattutto caratterizzati da un comune denominatore, ovvero un’elevata densità energetica. Quest’ultima rappresenta la quantità di energia calorica per unità di peso negli alimenti e nelle bevande ed è sicuramente un elemento chiave nel mantenimento di un peso corporeo adeguato sia negli adulti che nei bambini.
Tanto per fare un esempio , 100 g di insalata sono differenti da 100 g di cornetto alla crema: nonostante il peso sia identico, il contenuto calorico è significativamente differente; l’introduzione di acqua apporta peso, ma non calorie, così come le fibre. Non a caso alimenti ricchi di fibre e di acqua, come ortaggi e verdura, hanno generalmente una densità calorica inferiore rispetto agli altri. E dire che nella nostra società il consumo di alimenti ricchi di fibre è insufficiente.
Nella maggior parte dei casi dunque si potrebbe dire che la preferenza per alimenti ad elevata densità calorica è associata ad un inequivocabile aumento di peso nel tempo.
Ho scritto "nella maggior parte dei casi", perché tuttavia esistono eccezioni. Basti pensare alla frutta secca, che nonostante presenti una densità energetica superiore rispetto a molti tipi di cibo spazzatura, possiede nel contempo ottime proprietà nutrizionali e il cui consumo è associato non solo al mantenimento di un peso in salute, ma anche ad una minore incidenza di patologie cardiovascolari e di patologie neurodegenerative.
Si può dimagrire mangiando di più?
La risposta è SI, ma dipende dagli alimenti e dalla densità energetica e si potrebbe affermare che, tranne per qualche eccezione, il consumo maggiore di alimenti a densità energetica ridotta possa svolgere un ruolo importante in un potenziale dimagrimento, riducendo l’introduzione calorica e verosimilmente mangiando di più!
Volete conoscere qual è il miglior metodo per ridurre la densità calorica giornaliera? Bene, aumentare il consumo di frutta e verdura e ridurre quello di alimenti ricchi di zuccheri.
In uno studio del lontano 83’ pubblicato sulla rivista American Journal of Clinical Nutrition i ricercatori hanno dimezzato l’introito calorico da 3000 Kcal a 1500 Kcal su 20 pazienti obesi e normopeso riducendo unicamente la densità calorica degli alimenti e lasciando invariate le porzioni. In poche parole alimenti ricchi di zuccheri, carne e formaggi sono stati sostituiti con legumi, verdura e frutta.
I risultati hanno evidenziato come dopo 21 giorni fossero stati persi in media 5 Kg e, nello stesso tempo, i partecipanti mangiavano di più impiegando il 30% in più del tempo rispetto a prima nel terminare i pasti.
Dunque la riduzione della densità energetica dei pasti potrebbe rivelarsi un’ottima arma nei confronti della perdita di peso, senza limitare le porzioni, anzi mangiando anche di più e stimolando un maggiore senso di sazietà. È pensiero comune come ai fini di un dimagrimento sia necessario “mangiare poco”, digiunare e saltare i pasti, ma come vedete, secondo varie evidenze scientifiche non è proprio così. Nello stesso tempo, tutto questo è in grado di migliorare la qualità nutrizionale dei pasti durante l’arco della giornata, riducendo il consumo di alimenti processati e diminuendo il rischio di patologie croniche moderne.
Tuttavia il migliore approccio rimane quello INDIVIDUALIZZATO, lungi dalle mode alimentari del momento e dalle sempre più diffuse diete fai da te, non solo per il raggiungimento di un peso ottimale, ma anche per ottenere effetti benefici sulla salute dell’intero organismo.
Fonti
http://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa1614362
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/6303104
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22480489
https://www.cdc.gov/nccdphp/dnpa/nutrition/pdf/rtp_practitioner_10_07.pdf
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22480489